Rapporto 2021 "Il Capitale Naturale d'Italia" Summary for Policymakers | MASE

"Con il 2021 si aprono i prossimi dieci anni che saranno fondamentali per avviare concretamente il nostro mondo sulla strada della sostenibilità, rispettando quanto dichiarato e sottoscritto nel 2015 da tutti i paesi del mondo con l’Agenda 2030 e l’indicazione dei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dei 169 target da raggiungere. 

Realizzare una svolta dei nostri modelli di sviluppo verso la sostenibilità costituisce un impegno epocale, che è stato drammaticamente rafforzato dalla pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2 e dai suoi effetti devastanti per tutti gli abitanti del mondo. Questa pandemia è una chiara manifestazione del nostro rapporto fortemente malato con la natura ed evidenzia ancora di più la profonda interconnessione tra la salute umana e quella dei sistemi naturali. 

È perciò urgente e necessario un radicale cambiamento culturale e sistemico, un cambiamento che sino a oggi la nostra civiltà non è riuscita ad attuare: una transizione verso una società e un sistema economico imperniati sull’importanza centrale della natura per il futuro di tutta l’umanità (One Planet – One Health), per creare una società più giusta, sana e prospera, garantendo contestualmente la nostra stessa sopravvivenza. 

La conoscenza scientifica ci documenta che se preserviamo la natura, preserviamo noi stessi. Se indeboliamo la natura, indeboliamo noi stessi. Gli ecosistemi e la biodiversità, infatti, costituiscono la base della nostra salute, del nostro benessere e del nostro sviluppo. Comprendere questo principio è ormai indispensabile anche per il mondo politico ed economico e i rapporti annuali del Comitato Capitale Naturale cercano di illustrare al meglio questo concetto basilare per affrontare nel concreto la sfida del prossimo decennio. 

La nostra responsabilità nel garantire uno stato di salute planetario che tuteli nel futuro le nuove generazioni è fondamentale. 

Pertanto il Comitato Capitale Naturale ha assunto questa visione: “la nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato” individuando come baseline il 2020 e dandosi l’obiettivo di ottenere, entro il 2030, il blocco della perdita della biodiversità, l’inversione dei processi del suo degrado e i primi risultati di una grande “opera pubblica” di ripristino dei nostri ambienti terrestri e marini, che costituiscono la base fondamentale del benessere e della salute di noi tutti. 

Le scelte che facciamo oggi possono garantire che ciò avvenga nell’immediato futuro e il tempo a disposizione per invertire la rotta appare purtroppo essere sempre più ristretto.