Lo stato della Natura in Europa - nuovo report EEA
La più recente valutazione dell’AEA fotografa il grave e costante declino della natura in Europa
Agricoltura e silvicoltura non sostenibili, espansione urbana incontrollata e inquinamento sono i principali fattori a cui va imputato il drastico declino della biodiversità in Europa, un fenomeno che minaccia la sopravvivenza di migliaia di specie animali e habitat. Inoltre, le direttive dell’Unione europea (UE) sulla tutela della natura e altre normative ambientali non sono ancora attuate dagli Stati membri. La maggior parte delle specie e degli habitat protetti non gode di un buono stato di conservazione ed è necessario un maggiore impegno per invertire la rotta, come emerge dal rapporto«Lo stato della natura nell’UE» pubblicata oggi dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA).
Sono necessari cambiamenti radicali
"La nostra valutazione mostra che salvaguardare il buono stato e la resilienza della natura in Europa, oltre che il benessere dei cittadini, richiede cambiamenti radicali nel modo in cui produciamo e consumiamo gli alimenti, in cui gestiamo e sfruttiamole foreste costruiamo le città. Questi sforzi devono essere accompagnati da una migliore attuazione e applicazione delle politiche di conservazione, da un’attenzione speciale al ripristino della natura e da un’azione per il clima sempre più incisiva, in particolare nel settore dei trasporti e dell’energia."
Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA
Condizioni attuali e tendenze
- Circa la metà (47 %) delle 463 specie di uccelli nell’UE si trova in buone condizioni, il che corrisponde al 5 % in meno rispetto all’ultimo periodo di riferimento 2008-2012. Negli ultimi sei anni la percentuale di uccelli in condizioni scadenti o pessime è aumentata del 7 %, fino a toccare il 39 % del totale.
- A livello nazionale, circa il 50 % delle tendenze che segnano un miglioramento delle popolazioni riguarda essenzialmente zone umide e uccelli marini per i quali sono stati designati siti Natura 2000, per esempio la casarca ferruginea o l’uria nera. Per gli uccelli nidificanti, come la gru e il nibbio reale, si registra la percentuale più elevata di segnalazioni che indicano un miglioramento delle tendenze demografiche. Ciò si deve all’attuazione della protezione o del ripristino degli habitat e al miglioramento delle conoscenze, del monitoraggio e della sensibilizzazione.
- Solo il 15 % degli habitat valutati si trova in buono stato di conservazione, mentre per l’81 % quest’ultimo è scadente o pessimo a livello dell’UE. Terreni erbosi, dune e acquitrini e torbiere basse mostrano una marcata tendenza al peggioramento, mentre le foreste segnano le maggiori tendenze al miglioramento. Rispetto al periodo di riferimento precedente la percentuale di habitat in cattivo stato di conservazione è aumentata del 6 %.
- Nel caso delle regioni marine molte valutazioni riportano uno stato di conservazione sconosciuto, il che riflette la generale mancanza di dati sulle specie.
- A livello di UE lo stato di conservazione è buono per circa un quarto delle specie, il che equivale a un aumento del 4 % rispetto al periodo di riferimento precedente. I rettili e le piante vascolari, come la lucertola campestre, il colubro ferro di cavallo, l’Agrimonia pilosa o la genziana maggiore, presentano la percentuale più elevata di buono stato di conservazione (35 %).
Source: EEA Website
Puoi trovare il report nella library di OPS cliccando qui