Quanto è verde il Green Deal europeo? - Colloqui di Dobbiaco 2021

Il prestigioso laboratorio annuale d’idee per una svolta ecologica è in programma dall’1 al 3 ottobre 2021 a Dobbiaco in Val di Pusteria

Colloqui di Dobbiaco

Nella località di Dobbiaco, punto di incontro tra due culture, dal 1985 i “Colloqui di Dobbiaco” - ideati e organizzati da Hans Glauber - affrontano ogni anno le tematiche ambientali di maggior rilievo proponendo di pari passo delle soluzioni concrete. Col passare degli anni i "Colloqui di Dobbiaco" si sono rivelati un prestigioso laboratorio d’idee per una svolta ecologica nell’arco alpino e non solo.

Dopo la scomparsa di Hans Glauber, il ruolo di “curatore” dei Colloqui di Dobbiaco è stato assunto, dapprima con l’edizione 2008, da Wolfgang Sachs ed a partire dal 2010 da Karl-Ludwig Schibel. Dopo temi quali il denaro, il benessere, il suolo, intraprendere la grande trasformazione, l’imparare per l’era solare, il turismo dolce, la sharing economy le basi morali dell’impegno sociale ed ecologico, l’edizione del 2021 discuterà le strategie e misure del Green Deal europeo.

Quanto è verde il Green Deal europeo?

A lungo sperata dal movimento ambientalista europeo e imposta dalla Commissione Europea ai governi nazionali è finalmente arrivata “la visione verde nella politica europea”. Ma quando la presidente von der Leyen ha presentato nel dicembre 2019 il Green Deal, con il quale il continente dovrebbe diventare climaticamente neutro e la biodiversità ripristinata entro il 2050, non aveva la minima idea che sarebbe sopraggiunta la pandemia da COVID-19. Tuttavia, nulla dovrebbe cambiare per il Green Deal; il massiccio programma di finanziamenti Next Generation dell'UE del giugno 2020 lo annovera tra le priorità insieme a salute, lavoro e digitalizzazione.

Le strategie e le misure del Green Deal porteranno sicuramente a interpretazioni contrastanti e a numerosi conflitti. E questo è buona cosa, le divergenze stimolano il dibattito. Dopotutto, i problemi ambientali nell'agricoltura, industria automobilistica, industria energetica e edilizia hanno sempre causato polemiche a livello locale e nazionale, ma ora le questioni controverse sono arrivate a livello europeo. Dietro questo si cela un tema comune: l'UE si è impegnata per la crescita economica e allo stesso tempo per il rispetto degli obiettivi ambientali europei che derivano dai guard-rail planetari, soprattutto l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C. Possono le due cose andare avanti insieme?

La crescita economica può essere disaccoppiata dal consumo della natura in modo tale che il PIL aumenti anche se la domanda di risorse diminuisce drasticamente? Certamente, dovrebbero crescere tutti i settori che concorrono alla sostenibilità, come le energie rinnovabili, la mobilità post-fossile, l'agricoltura biologica o la chimica verde. Ma quelli che rappresentano una minaccia per la biosfera - come i complessi petrolchimici e dell’industriali automobilistica - dovranno essere ridotti. Non è affatto certo che la sommatoria dei processi di crescita e contrazione porterà a una crescita aggregata permanente. Oppure il Green Deal europeo potrà diventare davvero verde solo in una società post-crescita?

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